La Regione Basilicata ha attivato un programma straordinario di rigenerazione sociale. 46 milioni di euro, divisi tra PNRR e bilancio regionale, per creare infrastrutture materiali e immateriali, partendo dall’idea – dice l’Assessore Latronico – “che i paesi sono prima di tutto comunità capaci di esprimere sia bisogni che soluzioni”.
I tre quinti del territorio italiano sono abitati da un quarto della popolazione. Ciò significa che una parte significativa del bacino d’utenza socio-sanitaria italiana abita in piccoli comuni e aree poco popolose. Queste aree sono distanti dai poli di offerta e, da decenni, registrano una forte contrazione demografica.
In Basilicata il dato è ancora più marcato: il 39% per cento della popolazione abita in uno dei paesi con meno di 5000 abitanti residenti che, collettivamente, formano l’82% dei comuni.
La capacità di risposta ai bisogni sociosanitari delle popolazioni che vivono in questi territori si cala su uno snodo cruciale tra sostenibilità dei costi, appropriatezza del servizio ed equità di accesso sul territorio.
“La prima parte della risposta è cambiare la prospettiva“:
“Le persone non sono solo consumatori di servizi; ed il pubblico non è l’unico capace di erogarli”. Secondo l’assessore regionale alla Salute, politiche per la persona e Pnrr, Cosimo Latronico, infatti, quando si parla di paesi “bisogna ricordare che sono, prima di tutto, comunità, la cui tradizione secolare, ove non millenaria, è l’aiuto tra le famiglie. Quando investiamo per rigenerare i piccoli borghi, dobbiamo farlo pensando che a dover essere rivitalizzati non sono solo le strutture, ma anche le relazioni e i circuiti economici”.
“La comunità locale – spiega Latronico tornando dal Meeting di Rimini nel quale ha esposto l’esperienza della Basilicata in questo campo – è sia consumatrice di servizi ma anche produttrice e il ruolo del pubblico e della governance sociosanitaria deve includere quello di facilitatore di economie circolari, assistenza, spazi per giovani e anziani in modo tale che sia il territorio stesso a fornire parte dei servizi richiesti, creando, nel processo di partecipazione, anche occasioni di lavoro, formazione e circuiti produttivi locali e sostenibili”.
Questa la filosofia alla base di diversi progetti che uniscono 22 comuni lucani. 18,2 milioni concessi complessivamente dalla Regione – per sostenere quei progetti che, nonostante i punteggi elevati, non avevano ottenuto i finanziamenti del Ministero della Cultura – che si aggiungono ai circa 26 milioni già assegnati attraverso il PNRR e che hanno lo scopo di “creare infrastrutture sia materiali che immateriali per rivitalizzare i piccoli paesi”.
Gli esempi concreti
Un esempio tra i tanti è la realizzazione dell’Hub delle Eccellenze Mediterranee (HEM) a Rotonda, al cuore del progetto ‘I sentieri del benessere’ che mette in risalto la promozione della salute (e del turismo sostenibile) all’interno di una strategia di sviluppo sostenibile. L’HEM con la collaborazione scientifica di ALSIA, Università della Calabria, Università di Roma Tor Vergata, Università di Messina, sarà il polo della ricerca scientifica, degli studi e del trasferimento tecnologico che formerà giovani ricercatori, provenienti dai paesi dell’area euromediterranea, startupper e nuovi imprenditori dei settori agroalimentari e dell’economia circolare.
Ma si possono citare anche gli interventi nel Comune di Irsina che mirano a stimolare la creazione di nuove imprese e posti di lavoro – in settori come archiviazione, turismo, artigianato e design – attraverso la valorizzazione del borgo storico fortificato di Montepeloso e la realizzazione del Sistema museale turistico culturale della città. O il sostengo alle produzioni artistiche e culturali e ai processi partecipativi del progetto Aliano – Teatro del Tempo.
La continuità dei progetti
“Tema degno di ulteriore attenzione – conclude Latronico, che segue questi finanziamenti dalla scorsa legislatura, dove era Assessore all’ambiente – è anche quello della continuità dei progetti sul territorio: una sfida in più per le risorse circoscritte della cosa pubblica che va affrontata con lungimiranza cercando, come stiamo facendo in Basilicata, le progettualità europee che possano sostenere gli interventi di rivitalizzazione sul lungo periodo, anche dopo che gli investimenti iniziali sono esauriti”.
Faresanità Magazine – Interviste Buone Pratiche, Persone e Professioni, Regioni.